L’anno si apre con il canto augurale della “La strina” e prosegue con la fiera della Candelora, che ha luogo a Martano e coinvolge i paesi intorno. Altre feste sono la festa de lu mieru, la “festa del vino”, a Carpignano, la più antica tra le sagre che si svolgono oggi, la festa de lu focu a Zollino, la “festa dei lampioni” a Calimera (il 21 giugno), il festival della Notte della Taranta che si svolge nei vari centri e si conclude a Melpignano con il Concertone. Tra riti e feste, la pucceddha (pasto utilizzato per la vigilia dell’Immacolata), il cannarutu (uovo sodo, nutrimento che i bambini accettavano abbinato al gioco), la quaremma (una vecchietta di stoffa, la quaresima, che fila con fuso e conocchia il tempo del dolore), il pellegrinaggio che si svolge in primavera a turno, per quattro sabati, da Vernole, Calimera, Melendugno e Borgagne al santuario della Madonna di Roca e che segna, dal Cinquecento in poi, il simbolico ritorno a casa della popolazione di Roca spostata nei paesi all’interno dal Viceré Ferrante Loffredo. Integrano il calendario le immagini di maschere apotropaiche in pietra leccese che decorano edifici nei centri storici della Grecìa Salentina.