Il profilo storico della Grecìa Salentina ha un inizio con la prima popolazione documentata del Salento, i Messapi (la “gente fra i due mari”), ai quali subentrano i Romani. La conquista e la riconquista bizantina permeano il Salento di grecità, poco alterata dall’arrivo dei Normanni. Nei conventi e monasteri bizantini si copiano e si miniano codici, poi sparsi nelle biblioteche d’Europa; nasce San Nicola di Casole, si sviluppa la cultura greca e fiorisce nel XIII sec. la scuola poetica otrantina. La presa di Otranto da parte dei Turchi e la Controriforma segnano lo spartiacque; da quel momento, la cultura greca perde di influenza e subisce una metamorfosi: trasmessa oralmente fino all’Ottocento, con il Romanticismo riacquista dignità e si ricomincia a scrivere, ormai con i caratteri latini. Nel Novecento si ha la omologazione di lingua e cultura greca, ritenute espressione della classe sociale più umile, a lingue e culture dominanti. Il declino è contrastato da intellettuali locali, come V. D. Palumbo, D. Tondi e studiosi non griki, come G. Morosi, G, Rohlfs, M. Cassoni. Sono sviluppati, come corollario, gli interventi di rivitalizzazione dei centri storici (soprattutto grazie al Programma Comunitario Interreg II) ed un parallelismo per immagini tra i costumi popolari della Grecìa Salentina e quelli greci.